Affronta la complessità con il disruptive approach
Nel mondo globalizzato di oggi non è facile competere. Adattarsi costantemente al cambiamento non è più una scelta. È questione di sopravvivenza.
La crisi della pandemia ci ha cambiato. L’instabilità dei mercati, resa ancora più incandescente dalla guerra ai confini dell’Europa ha costretto tutti noi a misurarci con sfide mai viste prima. Aziende, organizzazioni non profit, istituzioni hanno intrapreso esperimenti non pianificati, come il ricorso massivo al lavoro da remoto.
La complessità ci richiede velocità e coraggio nel prendere decisioni, qualunque sia il settore in cui operiamo. Senza navigare a vista, ma con un metodo che segua il percorso “essenziale” dalle 5 R che ci indica società di consulenza McKinsey:
- Resolve – risolvi – esci dall’emergenza
- Resilience – resisti
- Return – rientra con energia
- Reimagination – ripensa a base zero
- Reform – inizia un reset profondo del tuo business e della tua attività.
O sei low cost o sei eccellente.
Oggi e sempre più il mercato predilige gli estremi.
Un prodotto, un servizio di fascia media sarà sempre meno competitivo e redditizio.
Noi stessi, cerchiamo qualcosa di importante, lo vogliamo mediocre? Quando vogliamo assumere un nuovo collaboratore chiediamo all’ufficio del personale una persona mediocre o la chiediamo eccellente, in rapporto al mestiere che dovrà fare?
Un nuovo pensiero strategico ha bisogno del coraggio di ripensare a base zero le attività, senza vincoli, come una start up.
Di ripensare con un “Disruptive approach le 3 le domande:
La prima
Cosa vuole il mercato?
Il «mercato» non è un’astrazione.
I nostri clienti cosa sono disposti a pagare di ciò che facciamo?
Un imprenditore in gamba sa che un prodotto non venderà se non risponde alle necessità di un mercato pagante. Cioè di convincere le persone che prendono le decisioni e firmano un contratto di acquisto dei nostri prodotti e servizi. Quanto bisogno o desiderio hanno di ciò che offriamo?
La seconda
Quali soluzioni e benefici il nostro prodotto o servizio dà al cliente, migliori della concorrenza?
Siamo quasi tutti convinti di sapere esattamente cosa sappiamo fare bene. E in genere ci sbagliamo. È forse più facile riconoscere ciò che non sappiamo fare bene. E spesso ci sbagliamo anche in questo. Quanto è importante valutare in cosa non siamo forti? Molto.
Nessuno può ottenere risultati significativi basandosi sui propri punti deboli.
Bisognerebbe sprecare il minor tempo possibile nel tentativo di migliorare le nostre aree di scarsa competenza. Ci vogliono molta più fatica e più energia per passare dall’incompetenza alla mediocrità su qualcosa, che per far diventare eccellente una prestazione già buona.
Partiamo quindi dal nostro prodotto- servizio- soluzione di punta, quello con cui guadagniamo di più, che ci rappresenta di più, che vendiamo in modo più facile, che vendiamo in modo continuativo nel tempo e per il quale i clienti sono disposti a pagare di più e più velocemente.
La domanda è: In cosa siamo bravi? Anzi in cosa siamo migliori degli altri?
Sotto quali aspetti siamo i primi, gli unici, più veloci, migliori o più economici delle altre aziende che sanno svolgere la stessa attività?
Quali sono le caratteristiche difficili da trovare che noi offriamo? Quali i benefici importanti e preziosi per i nostri clienti?
La terza
Come potremmo fare al meglio questo prodotto o servizio, se non avessimo vincoli di denaro, di tecnologia, di competenze tecniche e professionali?
Se non avessimo vincoli, come lo faremmo?
È essenziale coinvolgere i nostri collaboratori nel disruptive approach.
Chi è più vicino all’azione può potenziare la nostra capacità di auto-diagnosi, offrirci uno sguardo diverso. Chiedere ed ascoltare suggerimenti di miglioramento operativo che il capo azienda può non vedere.
Questo approfondimento, fatto con i nostri più diretti collaboratori, e loro con gli operatori dei vari team di lavoro, porta due grandi vantaggi: il primo, far emergere riflessioni e soluzioni a cui da soli non pensiamo, la seconda, una forte motivazione e il coinvolgimento delle persone che lavorano nella nostra impresa.
Decideremo quindi le soluzioni: cosa fare subito e quelle da adottare nel medio termine.
E il piano per realizzare le prime con velocità e sicurezza.
Pensa- Decidi– Agisci fuori dagli schemi precedenti.
Fallo con i tuoi collaboratori.
La leadership è un gioco di squadra.
La frase di oggi
“Non si risolve un problema con lo stesso approccio con cui lo abbiamo creato” – Albert Einstein.