Adapt: prima battuta d’arresto dell’occupazione in Italia dopo mesi di crescita
Il mercato del lavoro italiano mostra i primi segnali di rallentamento. A settembre 2024 si registra una diminuzione di 63mila occupati, portando il tasso di occupazione al 62,1%. Il tasso di disoccupazione resta invariato al 6,1%, confermandosi ai livelli più bassi dal 2007, mentre il tasso di inattività sale al 33,7%, tornando ai livelli di febbraio 2023. Nonostante il calo mensile, su base annua si mantiene una crescita di 301mila occupati.
«Il dato più significativo riguarda la diminuzione dell’occupazione maschile, che segna un calo di 52mila unità, mentre quella femminile registra una contrazione più contenuta di 11mila unità», spiega Francesco Seghezzi, presidente ADAPT, che prosegue: «La tendenza annuale conferma comunque un andamento più favorevole per l’occupazione femminile, con una crescita dell’1,8% rispetto allo 0,9% maschile».
Un elemento di particolare preoccupazione emerge dall’analisi dei dati sull’inattività. «A settembre gli inattivi sono aumentati di 63mila unità, mentre i disoccupati sono diminuiti di 14mila unità. Ancora più allarmante è il fatto che nell’ultimo anno la crescita degli inattivi ha superato quella degli occupati: 337mila nuovi inattivi contro 301mila nuovi occupati» evidenzia Seghezzi.
«Particolarmente rilevante – spiega Seghezzi – è il calo degli occupati a tempo indeterminato, che diminuiscono di 55mila unità, quando proprio questa categoria aveva registrato una forte crescita nei dati di agosto. Si osserva inoltre una diminuzione più contenuta (-6mila) degli occupati con contratti a termine, mentre resta sostanzialmente invariato il numero dei lavoratori autonomi». Su base annuale, il quadro appare più positivo per i contratti stabili, con un saldo degli occupati a tempo indeterminato che resta ampiamente positivo (+331mila unità), mentre si registra una contrazione di 110mila unità per gli occupati con contratti a tempo determinato.
Fonte: Elaborazione ADAPT su dati Istat.
L’analisi per fasce d’età mostra un quadro articolato e complesso. La fascia 35-49 anni evidenzia le maggiori criticità, con un calo del tasso di occupazione di 0,5 punti percentuali e un parallelo aumento dell’inattività di 0,7 punti. Per quanto riguarda i giovani tra i 15 e i 24 anni, si registra un leggero calo dell’occupazione, accompagnato da un aumento della disoccupazione. Più incoraggianti i dati della fascia 25-34 anni, che mostra i segnali più positivi con una crescita dell’occupazione di 0,2 punti e un calo dell’inattività di 0,5 punti, sebbene si registri anche un aumento della disoccupazione di 0,3 punti. Il gruppo degli over 50 mantiene invece una sostanziale stabilità occupazionale.
«Depurando i dati dalla componente demografica – aggiunge Seghezzi – emerge una crescita dell’occupazione polarizzata tra gli under 35, nonostante un aumento significativo degli inattivi, e gli over 50, mentre si registra una situazione di stallo per la fascia 35-49 anni».
«I dati di settembre 2024 segnano una prima battuta d’arresto dopo mesi di crescita costante dell’occupazione in Italia. Sebbene i dati mensili vadano sempre interpretati con cautela, il calo consistente dei lavoratori a tempo indeterminato e l’aumento degli inattivi sono segnali che meritano particolare attenzione. Va inoltre considerato come sul quadro occupazionale generale possa incidere il perdurare della cassa integrazione in settori chiave dell’economia italiana come l’automotive e alcuni ambiti della manifattura, dove la trasformazione tecnologica e le difficoltà congiunturali stanno creando situazioni di particolare criticità», conclude Seghezzi.