ADAPT: nuovo record occupazionale in Italia, ma attenzione ad alcune ombre
Prosegue il trend record per l’occupazione in Italia. A luglio sono stati superati per la prima volta da quando esistono le serie storiche i 24 milioni di occupati (24,009 milioni), toccando il 62,3%. Nel 2024 ci sono stati 490mila occupati in più, 56mila solo tra giugno e luglio.
«Un dato positivo riguarda l’occupazione femminile, che conferma la crescita dei mesi precedenti, con 54mila nuove occupate, mentre resta stazionaria la situazione degli uomini», spiega Francesco Seghezzi, presidente ADAPT, che prosegue: «Il 2024 è stato un anno positivo per le lavoratrici italiane, che sono state protagoniste di una crescita doppia rispetto a quella maschile, +2,9% contro un +1,5%. In numeri assoluti significa +293mila occupate, contro +198mila occupati».
Tuttavia, è da evidenziare come, nella popolazione delle lavoratrici si riscontrino in questa fase tendenze contrastanti: a fianco di una crescita dell’occupazione e un calo della disoccupazione (6,8%, minimo storico), si rileva anche una crescita importante dell’inattività. «Nel solo mese di luglio, infatti, gli inattivi aumentano di 73mila unità e tra questi la grande maggioranza, 63mila, sono donne e oltre 50mila sono sotto i 35 anni, a conferma che ci sono ancora forti debolezza in alcuni segmenti critici del mercato del lavoro italiano» evidenzia Seghezzi.
«Ma il dato più rilevante del mese di luglio – spiega Seghezzi – riguarda la tipologia dei nuovi occupati: crescono infatti unicamente, e moltissimo, gli autonomi (+75mila), tornando, inaspettatamente per molti, sopra i livelli pre-pandemici». Al contrario i lavoratori dipendenti diminuiscono di 18mila unità (12mila a tempo indeterminato e 6mila a termine).
Nell’ultimo anno i lavoratori autonomi sono cresciuti di 249mila unità, «Un numero – commenta Seghezzi – decisamente elevato (+5%), che avrà effetti ancora tutti da approfondire sul mercato del lavoro, in particolare in termini salari e produttività».
Nel frattempo, gli occupati a tempo indeterminato sono cresciuti di 437mila unità (+2,8%), mentre, gli occupati a termine sono calati del 6,6%, pari a -196mila unità.
Se si osserva la popolazione per fasce d’età, si nota un calo dello 0,5% tra gli occupati 25-34 anni e un parallelo aumento degli inattivi di 1 punto percentuale, che «in numeri assoluti significa 64mila giovani in più che non lavorano e non cercano lavoro. La fascia giovanile non sembra aver beneficiato della recente crescita occupazionale portata dal lavoro autonomo», segnala Seghezzi.
Cresce invece (+0,3 punti percentuali) il tasso di occupazione nella fascia 35-49 anni ed è sostanzialmente invariato quello nella fascia successiva. A causa dello slittamento demografico, ma anche di dinamiche di mercato, a luglio la maggior parte dei nuovi occupati è nella fascia over 35.
«In conclusione, lo scenario offerto dai dati sul mercato del lavoro nel mese di luglio è attraversato da luci e ombre, da un lato nuovi record e dall’altro aumento dell’inattività femminile e giovanile, ma soprattutto suscita diversi interrogativi legati a dinamiche inaspettate come l’esplosione del lavoro autonomo, su cui sarà importante approfondire la riflessione», chiude Seghezzi.