ABI: prestiti giù del 3,4% a novembre
I più recenti dati, relativi agli andamenti dell’economia dell’area dell’euro e di quella italiana, continuano a mostrare che gli effetti della politica monetaria restrittiva realizzata dalla BCE si stanno manifestando. Gli effetti possono cogliersi anche nel mercato bancario in Italia.
TASSI DI INTERESSE SULLA RACCOLTA
Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a novembre 2023 è salita al 3,81%. A ottobre 2023 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,75%; area dell’euro 3,54%). Rispetto a giugno 2022, quando il tasso era dello 0,29% (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi BCE), l’incremento è di 352 punti base.
Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a novembre 2023 è il 4,20%, con un incremento di 289 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%.
A novembre 2023 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è aumentato allo 0,95% dallo 0,92% di ottobre (0,32% a giugno 2022).
Il tasso sui soli depositi in conto corrente è cresciuto allo 0,51% dallo 0,50% di ottobre, tenendo presente che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento.
TASSI DI INTERESSE SUI PRESTITI
Tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento a novembre 2023:
- il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato il 4,48%, a ottobre era il 4,35%;
- il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 5,55%, a ottobre era il 5,46%;
- il tasso medio sul totale dei prestiti è stato del 4,75%, a ottobre era 4,71%.
MARGINE TRA TASSO SUI PRESTITI E TASSO SULLA RACCOLTA
Il margine (spread) sulle nuove operazioni (differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie a novembre 2023 risulta di 192 punti base.
RACCOLTA DA CLIENTELA
La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di quasi 271 miliardi tra ottobre 2022 e ottobre 2023 (154,8 miliardi famiglie, 29,7 imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).
A novembre 2023 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto a un anno prima (+17,8%), in accelerazione rispetto a ottobre 2023 (+16,1%).
I soli depositi, nelle varie forme, sono scesi a novembre 2023 del -4,2% rispetto a novembre 2022 (-4,9% a ottobre 2023).
A fronte del forte incremento della raccolta indiretta, la raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è risultata a novembre 2023 in calo del –2,0% su base annua (-2,8% a ottobre 2023).
PRESTITI BANCARI
Il calo dei volumi di credito è coerente con il rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti: a novembre 2023, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 3,4% rispetto a un anno prima, mentre a ottobre 2023 avevano registrato un calo del 3,3%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 5,5% e quelli alle famiglie dell’1,1%.
SOFFERENZE
Le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a ottobre 2023 sono state 17,6 miliardi di euro (17,7 miliardi a settembre). Se confrontato con il livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto nel novembre 2015 (88,8 miliardi), il calo è di 71,3 miliardi.
Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è all’1,04% a ottobre 2023 (1,05% a settembre 2023; 4,89% a novembre 2015).
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