Da ottobre 2023, i tassi di mercato sono progressivamente diminuiti a seguito dei tagli della BCE. Nei primi mesi del 2025 i tassi a breve termine si sono ulteriormente ridotti, mentre quelli a lungo termine, nonostante il calo nei primi giorni di aprile, hanno registrato un complessivo rialzo.
Tassi di mercato
Nei primi 10 giorni di aprile 2025:
- Il tasso Euribor a 3 mesi è stato in media del 2,32%, in calo di 12 punti base rispetto a marzo 2025 (2,44%) e inferiore di 52 punti base rispetto a dicembre 2024 (2,84%).
- Il tasso lordo dei BOT a sei mesi è stato in media del 2,15% in calo di 14 punti base rispetto a marzo (2,29%) e inferiore di 47 punti base rispetto a dicembre 2024 (2,62%).
- Il tasso IRS a 10 anni (molto usato nei mutui) è stato in media del 2,59% in calo di 8 punti base rispetto a marzo (2,67%) e in aumento di 36 punti base rispetto a dicembre 2024 (2,23%).
- Il tasso lordo dei BTP a 10 anni è stato in media del 3,82% in calo di 3 punti base rispetto a marzo (3,85%) e in aumento di 48 punti base rispetto a dicembre 2024 (3,34%).
TASSI DI INTERESSE SUI PRESTITI BANCARI
- A marzo 2025:
- il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 3,84% dal 3,99% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023;
- il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è sceso al 3,14% dal 3,18% del mese precedente (4,42% a dicembre 2023);
- il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 4,22% dal 4,28% del mese precedente.
Tassi di interesse sulla raccolta bancaria
- Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a marzo 2025 è stato il 2,54%. A febbraio tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 2,62%; area dell’euro 2,40%). Rispetto a giugno 2022, (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi BCE) quando il tasso era dello 0,29%, l’incremento è stato di 225 punti base.
- Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a marzo 2025 è stato il 2,22%, con un incremento di 91 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%.
- A marzo 2025 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato lo 0,79% (0,82% nel mese precedente; 0,32% a giugno 2022).
- Il tasso sui soli depositi in conto corrente, che non ha la funzione di investimento e permette di utilizzare una moltitudine di servizi, è lo 0,38% (0,39% nel mese precedente; 0,02% a giugno 2022).
MARGINE TRA TASSO SUI PRESTITI E TASSO SULLA RACCOLTA
- Il margine (spread) sulle nuove operazioni (differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie a marzo 2025 è di 189 punti base.
QUANTITÀ DELLA RACCOLTA DA CLIENTELA
- La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di 153 miliardi tra febbraio 2024 e febbraio 2025 (49,0 miliardi famiglie, 18,5 miliardi imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).
- A marzo 2025 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto a un anno prima del 4,0% (+6,3% nel mese precedente).
- I soli depositi, nelle varie forme, a marzo 2025 sono cresciuti dell’1,2% su base annua (+1,5% il mese precedente).
- La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) a marzo 2025 è risultata in aumento dell’1,5% su base annua, proseguendo la dinamica positiva registrata da inizio 2024 (+2,1% a febbraio 2025).
PRESTITI BANCARI
- Il rallentamento della crescita economica contribuisce a mantenere bassa la domanda di prestiti: a marzo 2025, i prestiti a imprese e famiglie, per la prima volta da marzo 2023, non registrano un tasso di variazione negativo rimanendo invariati rispetto a un anno prima (-0,6% nel mese precedente); a febbraio 2025 i prestiti alle imprese erano diminuiti del 2,1% mentre quelli alle famiglie erano cresciuti dello 0,7%.
CREDITI DETERIORATI
- A febbraio 2025 i crediti deteriorati netti (cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche) sono diminuiti a 30,2 miliardi di euro, da 32,1 miliardi di settembre 2024 (30,5 miliardi a dicembre 2023). Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di 166 miliardi.
- A febbraio 2025 i crediti deteriorati netti rappresentano l’1,46% dei crediti totali. A settembre 2024, tale rapporto era l’1,54% (1,41% a dicembre 2023; 9,8% nel 2015).
1 Il rapporto mensile dell’Abi rende disponibili una serie di informazioni quantitative che sono in anticipo rispetto a ogni altra rilevazione in proposito. Tale possibilità è determinata dal fatto che le banche sono i produttori stessi di queste informazioni.