Tendenze salariali 2025: rallentamento graduale nell’area euro

La crescita dei salari rimane al di sopra dei livelli pre-pandemici in diversi paesi, ma gli ultimi dati, relativi alla fine del 2024, suggeriscono un rallentamento in tutta l’area euro. È quanto emerge dall’analisi di Indeed, portale numero uno al mondo per chi cerca e offre lavoro, sulla base dei dati dell’Indeed Wage Tracker, strumento proprietario che analizza la crescita delle retribuzioni pubblicizzate negli annunci pubblicati sul portale, e dei dati della BCE.

LENTA TENDENZA AL RIBASSO PER LA CRESCITA DEI SALARI NELL’AREA EURO

I dati relativi al 2024 dell’Indeed Wage Tracker evidenziano un ritmo di crescita dei salari a livelli congrui con gli obiettivi di inflazione del 2% negli Stati Uniti e nell’area euro, mentre rimane bel al di sopra tali livelli nel Regno Unito. Negli Stati Uniti, la crescita salariale registrata ha oscillato nella fascia bassa del 3% per tutto il 2024, un tasso simile al periodo pre-pandemico. Nell’area euro, la crescita salariale registrata è gradualmente diminuita dalla fascia alta del 3% di inizio dell’anno alla fascia bassa del 3% verso la fine del 2024. Il Regno Unito, invece, ha mantenuto un tasso di crescita dei salari molto elevato, nonostante un mercato del lavoro in raffreddamento.

DIFFERENZE NELL’AREA EURO

Nell’ultimo trimestre del 2024, il tasso annuo di crescita salariale registrato nell’area euro è rimasto stabile intorno al 3,3%. Il dato aggregato, tuttavia, maschera una significativa variazione tra paesi e settori. Il tasso di crescita salariale annuale ha rallentato per gran parte del 2024 in Francia (dal 3,4% di gennaio all’1,8% di dicembre), in Germania (dal 3,8% di gennaio al 2,8% di dicembre) e nei Paesi Bassi (dove la crescita annuale ha raggiunto il picco dell’8,2% a giugno prima di scendere al 6,1% di dicembre). L’Italia ha registrato – a metà anno – una ripresa della crescita salariale dopo l’aggiornamento dei contratti collettivi, chiudendo l’anno al 2,9%. La crescita salariale in Irlanda è stata generalmente stabile per tutto l’anno, oscillando tra il 4% e il 5% e terminando il 2024 al 4,3%. Infine, in Spagna, la crescita salariale rilevata ha accelerato per tutto l’anno, raggiungendo il 5,0% a dicembre, ben al di sopra dei livelli pre-pandemici quando si aggirava intorno al 2%.

In termini reali, al netto dell’inflazione, nel 2024 molti paesi dell’area euro sono tornati ai tassi di crescita dei salari registrati nel pre-pandemia. Tuttavia, nonostante verso la fine del 2024 i salari pubblicati stessero crescendo più rapidamente rispetto al tasso annuo di inflazione nella maggioranza dei mercati oggetto di analisi, la maggior parte dei paesi ha comunque subito notevoli cali dei salari reali nel lungo termine. Questa tendenza a lungo termine è diversa dai trend di Regno Unito e Stati Uniti, dove i salari reali pubblicati sono aumentati dal 2019 nonostante lunghi periodi di elevata inflazione. Le pressioni, da parte di lavoratori e sindacati, sono probabilmente una delle ragioni per cui i salari nominali stanno ancora crescendo in modo significativo in diversi paesi dell’area euro.

PREVISIONI DI CRESCITA NELL’AREA EURO

In linea con le aspettative della BCE, si prevede un rallentamento graduale della crescita salariale fino alla fine dell’anno e per il 2025. Tenendo in considerazione le cinque maggiori economie dell’area euro, sulla base dei dati dell’Indeed Wage Tracker e dei dati BCE, Indeed stima un rallentamento della crescita annua della Retribuzione per Dipendente (CPE) dal 4,4% del terzo trimestre al 4,1% per il quarto trimestre 2024, dato leggermente inferiore alla proiezione della BCE per l’area euro del 4,2%.

Pawel Adrjan, Director, Economic Research, Hiring Lab EMEA di Indeed spiega: “L’Indeed Wage Tracker evidenzia un graduale rallentamento della crescita salariale in tutta l’area euro, con alcune variazioni tra paesi. In linea con le aspettative della BCE, anche le nostre analisi suggeriscono un rallentamento della crescita dei salari nell’area euro nell’ultimo trimestre del 2024, rafforzando la visione di una moderazione delle pressioni inflazionistiche provenienti dai salari man mano che ci addentriamo nel 2025.

Il rallentamento della crescita salariale allenta una delle principali fonti della pressione inflazionistica, offrendo un po’ di respiro ai responsabili delle politiche economiche. Tuttavia, l’inflazione rimane una preoccupazione, in particolare per quanto riguarda i prezzi dei servizi, e persistono incertezze sui mercati energetici e sul commercio internazionale nel 2025. Sebbene la prospettiva economica dell’eurozona sia ancora precaria, la moderazione della crescita salariale rappresenta un segnale positivo per la BCE, impegnata a bilanciare la necessità di controllare l’inflazione con il sostegno alla crescita economica, soprattutto alla luce dei recenti dati deludenti sul PIL” conclude Adrjan.

Immagine di freepik

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