A febbraio, il settore manifatturiero dell’area dell’euro continua a contrarsi, ma un massimo di due anni nel HCOB PMI® principale ha segnalato che il calo nel manifatturiero è stato il meno grave dall’inizio del 2023. La produzione del settore si è infatti avvicinata alla stabilizzazione, con una riduzione dei nuovi ordini (sia totali che esteri) ai minimi in quasi tre anni. Le aziende hanno avuto un approccio meno aggressivo con i tagli alle scorte di materie prime, dei semilavorati e degli acquisti, mentre le aspettative di crescita del settore manifatturiero sono risultate tra le più ottimistiche dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia all’inizio del 2022.
Detto ciò, i tagli occupazionali nelle aziende manifatturiere si sono intensificati, con l’occupazione che è diminuita al ritmo più rapido degli ultimi quattro anni e mezzo. Anche l’inflazione dei costi di acquisto è salita ai massimi degli ultimi sei mesi, sebbene i risultati dell’ultima indagine abbiano mostrato una certa difficoltà tra le imprese nel cercare di trasferire le maggiori spese sui prezzi di vendita, che sono invece un leggermente diminuiti.
L’HCOB PMI del Settore Manifatturiero Eurozona, che misura lo stato di salute delle aziende manifatturiere dell’eurozona ed è redatto da S&P Global, è salito a febbraio a 47.6. Si tratta quindi di un aumento rispetto al 46.6 di gennaio e del livello più alto degli ultimi due anni, che ha segnalato il minore deterioramento dello stato di salute del settore manifatturiero dell’area dell’euro dall’inizio del 2023.
Nella maggior parte dei casi, a livello nazionale, gli indici PMI del manifatturiero dell’eurozona hanno rivelato una ripresa. Germania, Francia, Italia e Austria, pur essendo ancora in contrazione, hanno registrato a febbraio tassi di contrazione più deboli. Dopo un periodo di deterioramento di sette mesi, le condizioni operative delle aziende manifatturiere nei Paesi Bassi si sono stabilizzate, mentre l’Irlanda ha registrato un’espansione maggiore. Nel frattempo, per la prima volta in poco più di un anno, la Spagna ha riportato un calo dello stato di salute del relativo settore manifatturiero.
A metà del primo trimestre, la produzione manifatturiera dell’area dell’euro si è avvicinata alla stabilizzazione, diminuendo ad un ritmo moderato, il più debole degli ultimi nove mesi. In particolare, il tasso di contrazione molto ridotto di febbraio, se paragonato con quelli di fine 2024, ha riportato una minore resistenza da parte della domanda. I nuovi ordini ricevuti dalle aziende manifatturiere dell’eurozona sono diminuiti al tasso più debole in quasi tre anni. Questo vale anche per le nuove attività dall’estero (incluso il commercio intra eurozona).
A febbraio le aziende del settore manifatturiero dell’area euro sono state meno aggressive con le riduzioni dei loro acquisti. Cala la quantità di acquisto di materie prime e di semilavorati ma nella misura più contenuta degli ultimi due anni e mezzo, mentre le giacenze degli acquisti sono diminuite al livello più lento dallo scorso agosto.
Anche se in rallentamento, la riduzione del lavoro inevaso si estende nell’ultima indagine. Il tasso con cui gli ordini in fase di lavorazione sono calati è stato il più basso da luglio 2022. Le aziende manifatturiere dell’Eurozona hanno tuttavia continuato a ridurre la loro forza lavoro. Il tasso dei tagli occupazionali ha addirittura accelerato, raggiungendo il livello massimo in quattro anni e mezzo.
A metà del primo trimestre, con un tasso di inflazione dei prezzi di acquisto accelerato al massimo in sei mesi, le pressioni sui costi affrontati dalle aziende manifatturiere dell’eurozona si sono intensificate. Gli ultimi dati riportano che queste maggiori spese sono state assorbite dalle aziende, poiché, rispetto gennaio, i prezzi alla vendita sono stati scontati marginalmente.
Infine, le prospettive per la produzione manifatturiera nei prossimi 12 mesi sono rimaste positive, con le imprese del manifatturiero dell’eurozona che prevedono una crescita. Inoltre, il livello di ottimismo è stato tra i più alti osservati dall’invasione dell’Ucraina di tre anni fa da parte della Russia.
Classifica PMI® Manifatturiero per paese di febbraio
Irlanda | 51.9 | massimo in 12 mesi |
Paesi Bassi | 50.0 | massimo in 8 mesi |
Spagna | 49.7 | minimo in 13 mesi |
Italia | 47.4 | massimo in 5 mesi |
Austria | 46.7 | massimo in 24 mesi |
Germania | 46.5 (flash: 46.1) | massimo in 25 mesi |
Francia | 45.8 (flash: 45.5) | massimo in 9 mesi |
Il manifatturiero della Grecia sarà pubblicato il 4 marzo.
Commento
Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Anche se il PMI mostra che il settore manifatturiero sta ritrovando il suo equilibrio, è ancora troppo presto per parlare di ripresa. I nuovi ordini stanno diminuendo al ritmo più lento dal maggio 2022 e la produzione si sta avvicinando alla stabilizzazione. Dopo quasi tre anni di recessione, potremmo quindi assistere nei prossimi mesi a un po’ di crescita. Una rapida formazione di un governo in Germania, la stabilità politica in Francia e un accordo con gli Stati Uniti sulle questioni tariffarie chiave darebbero tanto aiuto. A febbraio abbiamo assistito a dei tagli occupazionali più rapidi, anche se è comune osservare la continuazione dei licenziamenti anche dopo la fine della recessione. Ciò, quindi, non significa necessariamente che la ripresa sia lontana. In merito ai quattro grandi Paesi dell’eurozona, la Spagna continua a registrare una crescita della produzione, ma il suo PMI manifatturiero, che negli ultimi tre anni è andato piuttosto bene, è sceso sotto la soglia di 50 a causa del calo dei nuovi ordini. Riguardo al futuro, la maggior parte delle aziende è risultata ottimista, con un indice appena sopra la media di lungo periodo. Questo dato è sorprendente se si considerano le minacce tariffarie degli Stati Uniti, ma le aziende sanno che una recessione è solitamente seguita da una ripresa e sono anche evidenti segnali che mostrano che la guerra della Russia contro l’Ucraina potrebbe finire quest’anno. Inoltre, anche la prevista stabilizzazione politica in Germania è certamente un altro elemento positivo.”