HCOB PMI®Composito dell’Eurozona: lieve aumento della produzione all’inizio del 2025

A gennaio, l’economia dell’eurozona è riuscita a raggiungere a fatica il territorio di crescita, segnando il primo mese di espansione da agosto dello scorso anno, con un tasso di incremento complessivo solo marginale. Un sostenuto, ma più lieve, calo del flusso totale dei nuovi ordini implica la fragilità di questa nuova espansione, ottenuto principalmente alla finalizzazione degli ordini inevasi. Le aziende dell’eurozona monitorate sono state inoltre messe alla prova da una ripresa della pressione dei costi operativi, aumentata al tasso più rapido da aprile 2023.

Le imprese dell’eurozona guardano con maggiore ottimismo le situazioni economiche dei prossimi 12 mesi, indicando le più forti previsioni di crescita da luglio 2024. Il miglioramento della fiducia si unisce a una quasi stabilizzazione dell’occupazione.

L’Indice HCOB PMI della Produzione Composita dell’Eurozona destagionalizzato, che consiste in una media ponderata dell’Indice HCOB PMI della Produzione Manifatturiera e dell’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria, si è posizionato a gennaio al di sopra della soglia critica di 50.0 che separa la crescita dal declino, salendo da 49.6 a dicembre a 50.2. Ciò, quindi, segnala il primo incremento mensile dell’attività economica del settore privato da agosto dello scorso anno. Nella complessiva espansione di gennaio viene segnalata la centralità di un rallentamento del calo della produzione manifatturiera, come mostrano i dati, mentre il terziario ha indicato un aumento lievemente minore su base mensile.

È ancora la Spagna il volano di crescita del mercato della moneta unica, come rivelato dai dati PMI nazionali, con la produzione che però è aumentata a tasso più debole della fine del 2024. Un fattore chiave che ha tuttavia alimentato la maggiore crescita è la Germania, che ha registrato la migliore prestazione mensile da maggio scorso. La lettura dell’indice di 50.5 di gennaio indica però un incremento solo marginale. Nel frattempo, l’economia italiana si è mostrata ancora una volta quasi stagnante, e la Francia ha subìto la quinta contrazione mensile dell’attività economica del settore economico privato.

La crescita della produzione di inizio anno è stata ottenuta malgrado l’ottavo mese consecutivo di calo del flusso di ordini. Il forte freno alle vendite è stato quello degli ordini esteri (incluse le commesse intra-eurozona), che hanno registrato un tasso di declino fortemente maggiore rispetto al totale degli ordini aggregati. Detto ciò, le nuove commesse totali sono diminuite solo marginalmente e al tasso più debole dell’attuale sequenza.

L’elevata riduzione della domanda di beni e servizi provenienti dall’eurozona ci suggerisce che la crescita dell’attività è stata alimentata dalla lavorazione di commesse già esistenti. A inizio 2025, il lavoro inevaso è diminuito per il ventiduesimo mese consecutivo, con una riduzione degli ordini in giacenza registrati sia nel manifatturiero che nel terziario.

Anche la quasi stabilizzazione dell’occupazione ha spinto al rialzo l’attività di gennaio, e se i posti di lavoro dell’eurozona sono diminuiti, lo hanno fatto solo marginalmente. I dati di settore di inizio 2025 hanno indicato che i tagli occupazionali si sono concentrati nel manifatturiero, visto che il terziario ha registrato un aumento lievemente più elevato degli organici netti.

Le aziende dell’eurozona monitorate dall’indagine di gennaio hanno guardato al futuro con maggiore ottimismo. Il rialzo dell’ottimismo ha alimentato le più forti prospettive di crescita da luglio 2024. Rispetto alla media di lungo termine, la fiducia è però risultata debole. In particolare, le aziende manifatturiere si sono mostrate molto più ottimiste di quelle terziarie per la prima volta in tre anni.

Sul tema dei prezzi, i dati dell’indagine di gennaio hanno segnalato un’intensificazione della pressione dei costi nell’eurozona. Il tasso di inflazione dei prezzi di acquisto ha registrato la maggiore accelerazione in 21 mesi, toccando un valore superiore alla serie di lungo termine. A inizio anno, entrambi i settori monitorati hanno registrato aumenti più elevati delle spese operative. Le aziende dell’eurozona hanno quindi applicato una politica più aggressiva sui prezzi di vendita, indicando il più rapido tasso di incremento in cinque mesi.

Classifica nazionale dell’Indice PMI della Produzione Composita: gennaio 2025

Spagna54.0minimo in 2 mesi
Germania50.5 (flash: 50.1)massimo in 8 mesi
Italia49.7Invariato
Francia47.6 (flash: 48.3)massimo in 3 mesi

I dati PMI del terziario irlandese verranno pubblicati il 6 febbraio

HCOB PMI® del Terziario dell’Eurozona

Gennaio ha registrato un altro mese di incremento dell’attività terziaria, con l’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona posizionatosi su 51.3, in leggera diminuzione rispetto a 51.6 di dicembre. Tale lettura segnala che al modesto rialzo di dicembre ne è seguito un altro di simile portata ad apertura 2025.

I dati dell’indagine di gennaio hanno indicato un miglioramento delle condizioni della domanda delle aziende terziarie dell’eurozona, con i nuovi ordini aumentati per il secondo mese consecutivo. Il tasso di incremento è lievemente accelerato restando però debole. La crescita delle vendite proviene dagli ordini nazionali visto che gli ultimi dati mostrano un calo, sebbene molto più lento, delle commesse estere.

Le aziende fornitrici di servizi hanno continuato a finalizzare gli ordini in giacenza, e a tasso accelerato rispetto a dicembre. Il tasso più rapido di riduzione del lavoro inevaso si accompagna al numero maggiore di assunzioni, con una crescita occupazionale in rialzo rispetto a quanto osservato a fine 2024.

A gennaio, l’inflazione ha continuato a restare elevata. I costi operativi delle aziende del settore terziario hanno indicato il più rapido rialzo in nove mesi, con un’inflazione dei prezzi di vendita rimasta però stabile ed invariata rispetto a dicembre, mese peraltro in cui ha toccato un record da maggio 2024.

Le aziende dei servizi dell’eurozona hanno mantenuto previsioni positive sul futuro dell’attività economica nei prossimi 12 mesi. E questo nonostante le previsioni di crescita siano state lievemente più deboli di fine anno e nettamente inferiori alla media di lungo termine.

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Il lento tasso di crescita del settore terziario, evidente per tutto l’anno scorso, è continuato all’inizio del 2025. Guardandolo con ottimismo, la crescita dello scorso anno delle aziende dei servizi ha giocato un ruolo cruciale nel mantenere in espansione l’economia dell’eurozona. La debole ma lievemente accelerata espansione dei nuovi ordini e degli organici fa sperare in un lieve rinvigorimento del settore in questo primo trimestre dell’anno. I costi operativi di gennaio del settore terziario sono aumentati ad un tasso più rapido, e gli aumenti superiori alla media dei costi salariali dei mesi recenti hanno di sicuro giocato un ruolo chiave in questo. Al volgere dell’anno, la Germania ha anche aumentato le tasse sulle emissioni CO2, il che non è una buona notizia per la BCE che sta monitorando attentamente l’inflazione del settore terziario vista la sua tenace persistenza. In merito a questo, è stata corretta la mossa di fine gennaio della BCE di abbassare i tassi di interesse di soli 25 punti base, anziché adottare un approccio più aggressivo. Le previsioni future del settore terziario sono modeste. L’indice sulle prospettive future è in leggero calo ed è rimasto inferiore alla media storica da metà 2024. Non è una sorpresa, viste le molte incertezze politiche, soprattutto le nuove elezioni in Germania e il fragile governo in Francia. Al momento non ci si aspetta nessun sorprendente balzo di crescita da parte di questo settore. Se paragoniamo i PMI compositi delle quattro economie principali dell’eurozona, la Germania è seconda. Lo scorso anno, Francia e Germania sono ripetutamente rimaste agli ultimi posti, mentre l’Italia si è trovata nell’insolita posizione di essere l’economia più dinamica tra le due maggiori. A gennaio però l’Italia non mostra progressi, mentre la Germania oltrepassa la soglia di non cambiamento di 50 per la prima volta in sette mesi. Tuttavia, molto probabilmente questo non è un segnale d’inizio di una crescita sostenibile, anche perché la Germania ha bisogno che tutta l’eurozona segni una forte ripresa. Ma la situazione attuale è debole, con la produzione economica dell’eurozona dell’ultimo trimestre 2024 che, secondo l’Eurostat, ha indicato una stagnazione.”

Immagine di wirestock su Freepik

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