Allianz Risk Barometer 2025: il rischio Cyber è la principale preoccupazione per le aziende mentre il cambiamento climatico si posiziona a livelli record

  • Grandi, medie e piccole aziende identificano gli attacchi cyber, in particolare le violazioni dei dati, come la loro principale preoccupazione aziendale per l’anno a venire (38)
  • L’interruzione dell’attività rimane al 2° (31%). Le catastrofi naturali si collocano al 3° posto, mentre il pericoloso cambiamento climatico, strettamente collegato, è il rischio che è cresciuto di più rispetto al 2024, passando dal settimo al quinto posto
  • I disordini geopolitici, l’impatto dei cambiamenti governativi e normativi e la paura delle guerre commerciali rimangono ai primi posti nelle agende
  • Anche in Italia il rischio cyber si posiziona al primo posto seguito dalle catastrofi naturali (in aumento rispetto all’anno precedente) e dall’interruzione dell’attività produttiva

Gli incidenti informatici che includono le violazioni dei dati o gli attacchi ransomware e le interruzioni IT, come l’incidente CrowdStrike, sono la maggiore preoccupazione per le aziende a livello globale nel 2025, secondo l’Allianz Risk Barometer.  Ancora una volta, anche l’interruzione dell’attività rimane uno dei timori principali per le aziende di tutte le dimensioni, classificandosi al 2° posto. Dopo un 2024 ancora caratterizzato da un pesante impatto delle catastrofi naturali, questo rischio rimane al 3° posto. L’impatto di un super anno elettorale, il 2024, con crescenti tensioni geopolitiche e possibilità di guerre commerciali, fa sì che i cambiamenti nella legislazione e regolamentazione si collochino tra i primi cinque rischi, al 4° posto. Il rischio che è cresciuto di più secondo quanto emerge dalle risposte fornite in questa edizione dell’Allianz Risk Barometer, è il cambiamento climatico, che passa dal 7° al 5° posto, raggiungendo la sua posizione più alta nella graduatoria dei peggiori rischi nell’arco dei 14 anni di sondaggio.

Le grandi aziende, proprio come le medie e piccole imprese, percepiscono in egual modo gli incidenti informatici come il loro rischio aziendale numero uno. Tuttavia, ci sono differenze significative nel resto della classifica. Le piccole aziende sono più preoccupate per rischi più localizzati e immediati, come quelli collegati a compliance normativa, sviluppi macroeconomici e carenza di competenze a livello di personale, anche se l’indagine registra come alcuni dei rischi che in passato hanno preoccupato le aziende più grandi, stiano ora iniziando ad interessare anche quelle di piccole dimensioni, con il cambiamento climatico e i rischi politici, che salgono nella classifica.

Italia: rischio cyber, catastrofi naturali e interruzione dell’attività la Top 3 dei rischi

Anche in Italia, l’Allianz Risk Barometer evidenzia che il rischio cyber si posiziona al primo posto seguito dalle catastrofi naturali – in aumento rispetto all’anno precedente – e dall’interruzione dell’attività produttiva.

Marco VincenziRegional Managing Director Southern Europe di Allianz Commercial ha osservato: “I risultati del recente sondaggio riflettono in modo chiaro e inequivocabile le principali preoccupazioni delle nostre aziende nel contesto attuale e rafforzano quanto già emerso nel 2024. Le imprese, di qualsiasi dimensione, oggi più che mai, si trovano ad affrontare sfide complesse e dinamiche che spaziano dall’adozione e utilizzo di nuove tecnologie, alla gestione delle risorse umane, dovendosi adeguare a normative sempre più stringenti. A ciò si aggiunge la preoccupazione che eventi catastrofali possano interrompere la propria attività con un impatto economico potenzialmente significativo. È evidente che per affrontare queste sfide le imprese necessitano di supporto strategico e strumenti adeguati che le aiutino a trasformare le loro preoccupazioni in opportunità di sviluppo e miglioramento. Questo report ci offre anche un prezioso spunto di riflessione su come queste sfide possano essere affrontate in modo proattivo e strategico di risk management”.

Nell’ambito delle catastrofi naturali, nel 2024 in Italia si sono registrati 351 eventi climatici con un incremento di 5 volte in soli dieci anni. In particolare, rispetto al 2023, le esondazioni fluviali sono cresciute del 24%, gli allagamenti da piogge eccezionali per intensità del 12% e i danni da siccità prolungata del 55% (dati Osservatorio Nazionale Città Clima del 30.12.2024).

Il ranking dei rischi a livello globale

Vanessa Maxwell, Chief Underwriting Officer di Allianz Commercial, ha commentato: “Il 2024 è stato un anno straordinario in termini di risk management e i risultati dell’Allianz Risk Barometer riflettono l’incertezza che molte aziende in tutto il mondo stanno affrontando in questo momento. Ciò che emerge è l’interconnessione dei rischi principali. Il cambiamento climatico, le tecnologie emergenti, la regolamentazione e i rischi geopolitici sono sempre più interconnessi, determinando una complessa rete di causa ed effetto. Le aziende devono adottare un approccio olistico nel risk management e impegnarsi costantemente per migliorare la loro resilienza al fine di riuscire ad affrontare questi rischi in rapida evoluzione”.

I rischi cyber continuano a crescere con il rapido sviluppo della tecnologia

Gli incidenti informatici (38% delle risposte complessive) si classificano come il rischio più importante a livello globale per il quarto anno consecutivo, con il margine più alto di sempre (7 punti percentuali). È il pericolo principale in 20 paesi, tra cui Argentina, Francia, Germania, India, Sud Africa, Regno Unito e Stati Uniti. Più del 60% degli intervistati ha identificato i data breach come il rischio informatico che le aziende temono di più, seguite dagli attacchi alle infrastrutture critiche e alle proprietà materiali, con il 57%.

“Per molte aziende, il rischio informatico esacerbato dallo sviluppo rapido dell’intelligenza artificiale (AI) è il rischio più sentito, che prevale su tutto il resto. È probabile che possa essere considerato un Top Risk anche in futuro, data la crescente dipendenza dalla tecnologia. L’incidente di CrowdStrike nell’estate del 2024 ha nuovamente sottolineato quanto siamo tutti dipendenti da sistemi IT sicuri e affidabili,” afferma Rishi Baviskar, Global Head of Cyber Risk Consulting di Allianz Commercial.

L’interruzione dell’attività strettamente collegata ad altri rischi

L’interruzione dell’attività (Business Interruption, BI) si è classificata al primo o secondo posto in ogni Allianz Risk Barometer nell’ultimo decennio e mantiene la sua posizione al secondo posto nel 2025 con il 31% delle risposte. L’interruzione dell’attività è tipicamente una conseguenza di eventi come disastri naturali, attacchi informatici o guasti, l’insolvenza o rischi politici come conflitti o disordini civili, che possono tutti influire sulla capacità di un’azienda di operare normalmente. Diversi esempi del 2024 evidenziano perché le aziende vedono ancora l’interruzione dell’attività come una minaccia importante per il loro modello di business. Gli attacchi Houthi nel Mar Rosso hanno portato a interruzioni della catena di approvvigionamento a causa del dirottamento delle navi portacontainer, mentre incidenti come il crollo del Francis Scott Key Bridge a Baltimora hanno avuto un impatto diretto sulle supply chain globali e locali. Secondo un’analisi di Circular Republic, in collaborazione con Allianz e altri, le interruzioni delle supply chain con effetti globali si verificano approssimativamente ogni 1,4 anni e la tendenza è in aumento. Queste discontinuità causano danni economici significativi, variando dal 5% al 10% dei costi dei prodotti e provocando ulteriori impatti dovuti ai tempi di inattività.

“La spinta verso il progresso e l’efficienza tecnologica sta influenzando la resilienza delle catene di approvvigionamento. L’automazione e la digitalizzazione hanno accelerato significativamente i processi, che a volte sopravanzano gli individui a causa del ritmo rapido e della complessità della tecnologia moderna. Tuttavia, quando vengono implementate efficacemente, queste tecnologie possono anche potenziare la resilienza delle imprese, fornendo migliori analisi dei dati, intuizioni predittive e capacità di risposta più agili. È per questo che costruire e investire nella resilienza sta diventando fondamentale per ogni azienda a livello globale,” afferma Michael Bruch, Global Head of Risk Advisory Services di Allianz Commercial.

Il cambiamento climatico tocca un nuovo record

Il 2024 è stimato essere stato l’anno più caldo di sempre. È stato anche un anno di terribili catastrofi naturali con uragani e tempeste estreme in Nord America, alluvioni devastanti in Europa e Asia e siccità in Africa e Sud America. Dopo essere sceso in classifica durante gli anni della pandemia, poiché le aziende dovevano affrontare sfide più immediate, il cambiamento climatico sale quest’anno di due posizioni, entrando al 5° posto nella Top 5 dei rischi globali, il livello più alto di sempre, con le catastrofi naturali, strettamente collegate, che si posizionano al 3° posto con il 29%, anche se più intervistati hanno identificato questo come rischio principale negli ultimi anni. A livello globale, per la quinta volta consecutiva nel 2024, le perdite assicurate hanno ampiamente superato i 100 miliardi di dollari.

A livello globale, le catastrofi naturali rappresentano il rischio numero uno in Austria, Croazia, Grecia, Hong Kong, Giappone, Romania, Slovenia, Spagna e Turchia. Paesi nei quali si sono verificati alcuni degli eventi più significativi del 2024. Il Giappone, poi, ha affrontato un terremoto di magnitudo 7.5 nella Penisola di Noto.

La geopolitica e il protezionismo sono sotto osservazione

Nonostante l’incertezza geopolitica ed economica in corso in Medio Oriente, Ucraina e Sud-est asiatico, i rischi politici sono scesi di un posto nel ranking globale, piazzandosi alla 9° posizione sebbene con la stessa percentuale di intervistati del 2024 (14%). È considerato un rischio più preoccupante per le grandi aziende, che li classificano al 7° posto, mentre le piccole aziende lo collocano, al 10° posto.

La paura delle guerre commerciali e del protezionismo è in aumento e l’analisi di Allianz e altri, mostra che nell’ultimo decennio le restrizioni all’esportazione di materie prime critiche sono aumentate di cinque volte. I dazi e il protezionismo potrebbero essere in cima all’agenda del nuovo Governo degli Stati Uniti, ma c’è anche il rischio di un ‘far west normativo’, in particolare rispetto all’IA e alle criptovalute. Nel mentre, gli obblighi di comunicazione e rendicontazione sulla sostenibilità saranno al centro dell’agenda in Europa nel 2025.

“L’effetto dei nuovi dazi sarà più o meno lo stesso delle (sovra)regolamentazioni: un aumento dei costi per tutte le aziende coinvolte,” sottolinea Ludovic Subran, Chief Investment Officer and Chief Economist di Allianz SE. “Tuttavia, non tutte le normative sono intrinsecamente negative. E il più delle volte, è l’attuazione delle regole a rendere difficile la vita aziendale. L’obiettivo non è solo la numerosità delle norme, ma anche una gestione efficiente che renda più semplice la compliance. È urgente una digitalizzazione completa dell’amministrazione. Tuttavia, anche nel 2025, probabilmente aspetteremo ancora invano una strategia digitale corrispondente. Al contrario, sono in arrivo le guerre commerciali. Le prospettive non sono rosee”.

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