Chiusura d’anno caratterizzata nel settore agroalimentare da ribassi, tra i prodotti agroalimentari freschi, per l’ortofrutta, in particolare per gli ortaggi, e per la carne di suino. Si confermano in aumento, invece, le carni di bovino e le uova. Tra i prodotti lavorati, si registra un calo per l’olio di oliva mentre sono in crescita i formaggi stagionati DOP e il riso. È quanto emerge dall’indice dei prezzi all’ingrosso di novembre, realizzato da Unioncamere con il supporto tecnico-scientifico di BMTI.
Aumenti marcati si sono stati registrati nel comparto del riso, soprattutto per le varietà utilizzate per i risotti come Arborio e Carnaroli, che hanno subito una contrazione della produzione a causa delle difficili condizioni climatiche registrate sia durante le semine che in fase di raccolta. Nelle prime settimane di campagna, il mercato ha quindi registrato uno scenario in cui l’offerta è stata inferiore alla disponibilità di prodotto, portando i prezzi a superare il +20% rispetto all’anno scorso.
Tra le carni, sono continuati a salire i prezzi delle carni bovine, segnando a novembre rialzi mensili del +7,2% per la carne di bovino adulto e del +5,6% per la carne di vitello, sostenuti anche da un’offerta ridotta. Dopo il ribasso di ottobre, un mercato ancora pesante, in particolare in avvio di novembre, ha determinato una nuova riduzione mensile dei prezzi della carne di suino (-15,8%). Su base annua, la flessione è di quasi il -10%.
Tra i prodotti lattiero-caseari, i formaggi DOP a lunga stagionatura hanno messo a segno un nuovo aumento mensile (+1,6%), in un mercato che ha continuato a beneficiare in primis del buon andamento della domanda estera. In particolare, i prezzi all’ingrosso del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano si sono attestati su livelli storicamente elevati. Tra i prodotti zootecnici, le uova hanno proseguito la tendenza al rialzo iniziata a settembre. Nell’arco di tre mesi, tra settembre e novembre, i prezzi sono cresciuti di quasi l’11% per effetto di una ridotta disponibilità di prodotto, complici anche i casi di influenza aviaria riscontrati nel nostro paese. Su base annua, l’aumento si è attestato al +5,2%.
Per quanto riguarda l’olio di oliva, invece, si registra un calo del -3,5% tra ottobre e novembre, influenzato dall’arrivo sul mercato della nuova produzione nazionale e dalla flessione delle quotazioni in Spagna. Tuttavia, in avvio di dicembre i prezzi sono tornati a mostrare dei segnali di rialzo. Su base annua, i prezzi mantengono comunque una crescita del +5,4%.
Infine, per quanto riguarda il settore orotfrutticolo si registra un calo dei prezzi all’ingrosso per la maggior parte degli ortaggi, della frutta e degli agrumi, complice il clima favorevole che ha spinto le produzioni senza danneggiarle. Il calo più marcato riguarda le clementine, il cui valore è sceso di quasi il 30% rispetto a ottobre. In Puglia, Calabria e Basilicata, il clima favorevole ha garantito per la varietà “Comune”, oltre a una produzione abbondante, una buona qualità. Anche i limoni, con la varietà Primofiore, mostrano un ribasso del -21,6% rispetto al mese precedente, posizionandosi su livelli simili a quelli di novembre 2023 (-2,8%). Le arance registrano un calo del -13,1% rispetto a ottobre, con una presenza quasi esclusiva di produzioni nazionali del gruppo Navel e una quantità limitata di prodotto estero della scorsa stagione. Tra gli ortaggi, zucchine, melanzane e pomodori mostrano un calo medio del -10,3%. Fa eccezione il cetriolo, che segna un aumento dell’11% rispetto al mese precedente. Inoltre, le temperature miti del mese hanno favorito un incremento della produzione anche di lattughe e insalate, i cui prezzi sono diminuiti di oltre il 15%. Come registrato a ottobre, infine, anche a novembre si registrano ulteriori cali significativi per cavolfiori (-53,3%), finocchi (-42,9%) e cavoli broccoli (-36,5%), nel pieno della loro campagna produttiva.