Un’emergenza che non possiamo ignorare. Dal 1° gennaio al 15 dicembre 2024, il lavoro ha chiesto un tributo troppo alto: 890 incidenti mortali sul luogo di lavoro, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2023. Gli infortuni complessivi nel 2024 hanno già superato le 450.000 denunce, dai casi meno gravi a quelli che hanno cambiato per sempre la vita delle persone coinvolte.
Gli incidenti più comuni includono cadute dall’alto, schiacciamenti da macchinari e intossicazioni da sostanze chimiche.
Numeri che non sono solo statistiche, ma tragedie personali e familiari, spesso evitabili.
Gli uomini occupati nei settori più rischiosi come edilizia, logistica e agricoltura, rappresentano il 90% delle vittime mortali.
Dal punto di vista demografico, gli uomini over 65 e la fascia d’età tra i 55 e i 64 anni risultano le più a rischio. Anche gli stranieri registrano un tasso di mortalità molto più alto rispetto agli italiani, con 62,8 decessi ogni milione di occupati, contro i 24,0 degli italiani. Questo divario si lega spesso a condizioni di lavoro più precarie o pericolose. Ma anche le donne, specialmente nei settori della sanità e dei servizi, affrontano un crescente rischio di infortuni.
L’incidente al deposito ENI di Calenzano del 9 dicembre 2024 è una tragedia che ha coinvolto due vittime, nove feriti e tre dispersi. L’esplosione si è verificata nella zona delle pensiline di carico, dove le autobotti vengono riempite di carburante. L’evento ha causato anche danni alle aziende circostanti e ha richiesto l’evacuazione di 15 imprese per motivi di sicurezza.
Le cause dell’incidente sono ancora in fase di accertamento.
Sono dati che ci chiamano a riflettere: stiamo davvero facendo tutto il possibile per rendere il lavoro un luogo sicuro?
La necessità urgente di migliorare la sicurezza sul lavoro, riguarda non solo i settori tradizionalmente pericolosi come l’edilizia, ma ogni luogo di lavoro.
Iniziative come la formazione continua, l’adozione di tecnologie per la prevenzione una vigilanza più stringente una vera e propria cultura della sicurezza potrebbero fare la differenza per ridurre questo tragico bilancio.
Il tema non è di oggi.
Nel 1987, quando Paul O’Neill salì sul palco per il suo primo discorso come CEO di Alcoa, gigante dell’alluminio, gli investitori si aspettavano il solito approccio numeri: profitti, margini, piani di crescita.
Invece, O’Neill spiazzò tutti: “La nostra priorità sarà la sicurezza sul lavoro. Voglio che Alcoa diventi l’azienda più sicura del mondo. Zero infortuni.”
Qualcuno chiamò il proprio broker per vendere azioni. Un CEO che parla di sicurezza invece che di utili? Dove stava andando a finire l’azienda?
Eppure, la mossa di O’Neill fu geniale. La sicurezza non fu solo uno slogan: diventò un obiettivo concreto, misurabile e potente. Per ridurre gli infortuni, Alcoa dovette rivedere processi, migliorare la comunicazione interna e aumentare il coinvolgimento dei dipendenti. In pochi anni, non solo gli incidenti calarono drasticamente, ma la produttività aumentò e i profitti esplosero.
Sotto la guida di O’Neill, il valore delle azioni aumentò il valore di 5 volte.
Ecco il punto: la sicurezza non è solo “prevenzione”. È strategia.
Perché questa storia dovrebbe ispirare imprenditori imprenditrici e manager delle PMI? Perché il tuo vantaggio è proprio la possibilità di agire in modo più agile rispetto ai grandi colossi.
Nel nostro mercato, così competitivo e complesso, i problemi gravi si risolvono con soluzioni radicali. E la sicurezza potrebbe essere la chiave.
Pensa ai tuoi processi produttivi
Ogni infortunio o quasi-incidente non è solo un problema umano (che già basterebbe), ma un costo enorme: fermi macchina, calo della produzione, problemi legali. Puntare alla sicurezza significa creare un sistema più robusto, dove ogni dettaglio è ottimizzato e ogni persona è responsabilizzata.
Quando investi sulla sicurezza, migliori anche:
- Efficienza: Un ambiente sicuro è più ordinato, e un processo senza interruzioni è più veloce.
- Cultura aziendale: I dipendenti si sentono valorizzati, e questo rafforza la loro motivazione.
- Reputazione: Clienti e partner vogliono lavorare con aziende che dimostrano cura per le persone.
Da dove iniziare?
- Definisci un obiettivo ambizioso. Proprio come O’Neill puntò allo “zero infortuni”, scegli un traguardo sfidante ma raggiungibile. Non accontentarti del minimo: punta all’eccellenza.
- Coinvolgi tutti. Ogni collaboratore deve sentirsi parte del processo. Chiedi feedback e dai importanza alle loro idee: spesso chi è in prima linea conosce i rischi meglio di chi sta in ufficio.
- Misura i progressi. Monitora i dati sulla sicurezza con la stessa attenzione che dedichi ai numeri di bilancio. Quello che misuri, lo migliori.
- Comunica. Rendi visibile ogni successo, anche piccolo. Ogni passo avanti è un motivo per celebrare e tenere alta la motivazione delle persone.
Un cambiamento che paga
Le PMI italiane possono costruire un modello basato su:
- Coinvolgimento attivo delle persone, che genera fiducia e senso di appartenenza.
- Tecnologia e innovazione per migliorare i processi, riducendo rischi e inefficienze.
- Valori forti, comunicati sia all’interno che all’esterno, per attrarre talenti e clienti.
Oggi più che mai, per le PMI italiane è essenziale considerare la sicurezza non come un costo, ma come un investimento nel futuro, nel benessere dei propri collaboratori e nel valore del proprio marchio.
Non servono grandi budget per trasformare un’azienda. Serve visione.
La sicurezza non è solo un dovere: è un atto di responsabilità, un segno di rispetto e la chiave per costruire imprese solide, resilienti e umane.
Immagina la tua azienda fra tre o cinque anni. Un posto dove i dipendenti non solo non si fanno male, ma lavorano meglio, perché il sistema è più solido e la cultura più forte.
Un’azienda che attrae i migliori talenti, perché si prende cura delle persone.
Un’azienda che i clienti scelgono, perché sa dare valore anche a ciò che non si vede.
Puoi fare della sicurezza una leva per migliorare tutto il tuo ecosistema aziendale.
Serve una visione chiara. E il coraggio di iniziare.
La frase su cui riflettere
“Il prezzo della grandezza è la responsabilità verso gli altri”, Winston Churchill.