I dati previsionali dell’indagine PMI® di dicembre hanno mostrato che il settore privato dell’eurozona ha concluso l’anno ancora in fase di contrazione con l’attività in calo per il secondo mese consecutivo. La produzione è stata ridotta a causa della forte riduzione dei nuovi ordini, mentre il tasso di tagli di posti lavoro è stato il più rapido in quattro anni poiché le aziende hanno reagito a un calo del carico di lavoro abbassando i livelli di manodopera. I tassi d’inflazione sia dei costi che dei prezzi alla vendita hanno accelerato a fine anno, con prezzi in aumento ad un tasso ancora maggiore della media storica.
La riduzione totale delle attività è stata registrata con un aggravamento della crisi produttiva del manifatturiero che ha controbilanciato un modesto ritorno alla crescita del terziario, dopo che a novembre ne era stata riportata la prima contrazione in 10 mesi. La contrazione della produzione industriale a dicembre è stata la ventunesima in altrettanti mesi, nonché la maggiore in un anno.
Così come succede da diversi mesi, la riduzione totale dell’attività commerciale nell’area dell’euro rispecchia i cali nelle due maggiori economie: Germania e Francia. A dicembre, entrambe nazioni sono rimaste in fase di contrazione, con tassi di declino rallentati appena rispetto al mese precedente. In contrasto, il resto dell’eurozona ha riportato un forte incremento della produzione a fine anno, con tassi d’espansione che hanno raggiunto i massimi in sei mesi.
Produzione e domanda
Una volta destagionalizzato, l’Indice HCOB Flash PMI Composito della Produzione nella zona Euro, calcolato sulla base dell’85% circa delle risposte solitamente raccolte dall’indagine e redatto da S&P Global, ha registrato a dicembre un valore inferiore al punto di non cambiamento di 50.0 per il secondo mese consecutivo, segnalando una nuova contrazione dell’attività alla fine del 2024. Con 49.5, tuttavia, quest’ultimo dato è risultato maggiore del 48.3 di novembre indicando una contrazione lieve e più lenta della produzione.
Una netta riduzione della produzione manifatturiera ha bilanciato appena il nuovo incremento del ben più grande settore terziario. A dicembre, dopo il calo di novembre, l’attività dei servizi è salita leggermente e ad un tasso di crescita simile a quelli di settembre e ottobre. La diminuzione della produzione manifatturiera, nel frattempo, è stata la maggiore registrata da dicembre dell’anno scorso.
Le aziende dell’eurozona hanno continuato ad avere difficoltà nell’ottenere nuovi ordini, il cui tasso è diminuito per il settimo mese consecutivo, con contrazioni riportate sia nel manifatturiero che nel terziario. Il tasso di contrazione è risultato solido anche se più debole di quello di novembre.
Il tasso dei nuovi ordini destinati all’esportazione (che include il commercio tra i paesi dell’eurozona) è di nuovo diminuito e persino più rapidamente di quello dei nuovi ordini totali. I nuovi ordini dall’estero sono scesi di molto ma al livello minimo registrato da agosto, con entrambi i settori monitorati che hanno riportato tassi di contrazione rallentati rispetto al mese precedente.
Occupazione
Con il calo dei nuovi ordini e dell’attività, le aziende hanno ridotto a dicembre e per il quinto mese consecutivo, i loro livelli occupazionali. Anche se modesto, il tasso di tagli di posti lavoro ha accelerato diventando il maggiore in quattro anni. La forte riduzione dell’occupazione manifatturiera è stata accompagnata da una quasi stagnazione nel settore terziario. Il livello del personale è diminuito in Germania e in Francia, ma ha continuato ad aumentare nel resto dell’eurozona.
Nel frattempo, il lavoro inevaso è diminuito per il ventunesimo mese consecutivo a un tasso ancora sostenuto anche se rallentato al minimo da luglio.
Prezzi
A dicembre, i prezzi d’acquisto sono aumentati notevolmente e al tasso più rapido in quattro mesi, con il relativo tasso di d’inflazione risultato in linea con la media pre-pandemica. I costi in aumento rispecchiano un incremento netto e accelerato tra le aziende dei servizi. I costi nel manifatturiero hanno continuato a diminuire, anche se solo di poco e al tasso più lento dell’attuale sequenza di riduzione di quattro mesi.
A fine anno, pur rimanendo ben al di sotto del record osservato nel 2022, il tasso d’inflazione dei prezzi alla vendita è accelerato per il terzo mese consecutivo e al ritmo più rapido da agosto. Così come successo per i costi, l’aumento delle tariffe si è concentrato nel settore dei servizi.
Scorte e catene di fornitura
Per l’ennesima volta, a dicembre, aziende manifatturiere dell’eurozona hanno ridotto la loro attività d’acquisto, con un calo netto e il maggiore mai registrato nel 2024. Sono stati anche riportati ulteriori cali delle giacenze sia degli acquisti che dei prodotti finiti. Infatti, il tasso di riduzione delle scorte di prodotti finiti è stato il più alto da luglio 2021. Nel frattempo, i tempi di consegna dei fornitori si sono allungati di poco.
Prospettive future
Dopo che a novembre era scesa ai minimi in un anno, a dicembre, pur rimanendo la più debole della media della serie, la fiducia delle aziende si è ripresa. L’ottimismo riguardo alle previsioni di produzione dei prossimi 12 mesi si è rafforzato sia nel manifatturiero che, con tassi maggiori, nel terziario. In Germania e Francia i risultati sono risultati i più deboli che nel resto dell’area dell’euro benché si sia visto ottimismo dappertutto.
Commento
Commentando I dati PMI flash Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Questa fine d’anno è in qualche modo più conciliante di quanto ci si aspettasse. L’attività terziaria è tornata a crescere e il settore sta mostrando un notevole, se non esuberante, tasso d’espansione simile a quelli osservati a settembre e ottobre. Mentre il manifatturiero è sprofondato sempre più in recessione, la ripresa dell’attività terziaria è uno sviluppo ben gradito per tutta l’economia. Alla riunione della BCE del 12 dicembre si è accennato al fatto che l’inflazione nel terziario, rimasta ben al di sopra dell’inflazione generale, è tenuta sott’occhio. Gli indicatori PMI relativi ai prezzi non danno alcuna rassicurazione in merito: i costi di acquisto sono saliti a tasso maggiore per il terzo mese consecutivo, e i prezzi di vendita hanno fatto lo stesso. Ne sono in parte responsabili gli accordi su aumenti salariali, poiché le aziende trasferiscono questi oneri ai clienti. Considerando questa situazione, la BCE è rimasta cauta ed ha tagliato i tassi d’interesse solo di 25 punti base. La condizione del settore manifatturiero di dicembre è particolarmente critica, con la produzione in discesa a tasso più rapido di qualsiasi altro mese dell’anno, con un calo riportato anche per i nuovi ordini ricevuti. La fase di riduzione delle scorte non sembra neanche dare segni di arresto. Nel frattempo, i dati PMI manifatturieri globali segnalano una stabilizzazione delle condizioni operative a novembre, offrendo un barlume di speranza che questa tendenza in discesa possa non continuare ininterrotto nell’eurozona. Germania e Francia, le due maggiori economie dell’area dell’euro, sono al momento nel mezzo di incertezze politiche. Ciò sta impedendo l’implementazione delle riforme necessarie nel breve termine per ravvivare la crescita e sta contribuendo all’indebolimento attuale di entrambi i paesi. Questa situazione implica comunque rischi al rialzo. Se i governi futuri riuscissero a tracciare dei programmi chiari, ci potrebbero essere delle sorprese positive l’anno prossimo. Le aziende dell’eurozona sono risultate infatti appena più ottimiste del mese di novembre rispetto alla possibilità di un aumento di attività per l’anno prossimo.”