A novembre, il settore manifatturiero dell’eurozona è peggiorato più velocemente, con gli ultimi dati dell’indagine HCOB PMI® che hanno mostrato contrazioni maggiori dei nuovi ordini manifatturieri, produzione, attività di acquisto e giacenze. Anche il livello occupazionale ha osservato il declino più forte da agosto 2020, con in particolare la Germania e l’Austria che hanno riportato forti tagli del personale. In un contesto di intensa e sostenuta debolezza della domanda, i prezzi di vendita sono stati scontati più aggressivamente anche se è stato riportato un marginale miglioramento dell’ottimismo.
L’HCOB PMI del Settore Manifatturiero Eurozona, che misura lo stato di salute delle aziende manifatturiere dell’eurozona ed è redatto da S&P Global, a novembre con 45.2, da 46.0 di ottobre, è calato ancora di più al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50.0, segnalando quindi un forte peggioramento delle condizioni manifatturiere nell’unione della moneta unica. Il tasso di contrazione è stato leggermente più forte di quello medio osservato nell’attuale periodo di declino, iniziato a luglio del 2022.
Dal punto di vista nazionale, gli ultimi dati dell’indagine hanno mostrato che la contrazione del manifatturiero dell’eurozona si è principalmente manifestata nelle tre economie maggiori: Germania, Francia e Italia. Per quanto riguarda le ultime due nazioni, i tassi di contrazione sono stati i più alti rispettivamente in dieci e in 12 mesi. I Paesi Bassi, l’Austria e l’Irlanda sono le altre nazioni monitorate ad aver riportato a novembre PMI manifatturieri inferiori al 50.0, mentre l’industria irlandese si è avvicinata a una stabilizzazione. Allo stesso tempo, la Spagna e la Grecia hanno registrato nuovi, ma più lenti miglioramenti.
A metà del quarto trimestre i volumi della produzione manifatturiera si sono ridotti. Il tasso di declino è accelerato leggermente da ottobre e in generale è risultato elevato. I dati disaggregati nei tre sottosettori industriali di novembre hanno mostrato che la categoria dei beni di investimento ha continuato a riportare i risultati peggiori in termini di produzione.
A pesare sulla produzione è stato il forte e accelerato calo dei nuovi ordini. Si estende quindi ad appena oltre due anni e mezzo la contrazione delle nuove commesse e riflette il peggioramento di novembre della prestazione delle vendite estere (incluso il traffico intra eurozona).
Si riduce ancora più quindi il livello del lavoro inevaso delle aziende manifatturiere italiane nell’ultima indagine. Il tasso di contrazione è stato elevato e leggermente più veloce di quello osservato a ottobre. Ciò inoltre segna il trentesimo mese consecutivo di calo degli ordini in fase di lavorazione, e testimonia un persistente eccesso di capacità produttiva nel settore. Accelerano i tagli occupazionali del settore industriale dell’area euro, con il calo di novembre che in particolare è stato il maggiore da agosto 2020.
In risposta al peggioramento della domanda, le aziende hanno ridotto notevolmente l’attività di acquisto e le giacenze di materie prime e dei semilavorati. La riduzione della quantità e delle giacenze degli acquisti è stata la maggiore in 11 mesi. Il livello di giacenza dei prodotti finiti presso i magazzini dell’eurozona è inoltre calato a un tasso più veloce.
I dati dell’indagine di novembre hanno indicato il terzo calo mensile consecutivo dei costi operativi delle aziende manifatturiere dell’eurozona. Il declino è stato tuttavia il più lento osservato in questo periodo e in generale solo marginale ed ha fornito alle aziende maggiore potere di offrire sconti per i loro prodotti. La riduzione dei prezzi di vendita è stata la maggiore da aprile.
In riguardo alla previsione futura, i dati dell’indagine HCOB hanno mostrato come i manifatturieri dell’eurozona siano rimasti ottimisti in riguardo alla loro crescita nei prossimi 12 mesi, a un livello che ha persino raggiunto i massimi in tre mesi. Detto questo, l’ottimismo di novembre è rimasto debole rispetto agli standard storici.
Classifica PMI® Manifatturiero per paese di novembre
Spagna | 53.1 | minimo in 2 mesi |
Grecia | 50.9 | minimo in 2 mesi |
Irlanda | 49.9 | minimo in 2 mesi |
Paesi Bassi | 46.6 | minimo in 11 mesi |
Austria | 44.5 | massimo in 6 mesi |
Italia | 44.5 | minimo in 12 mesi |
Francia | 43.1 (flash: 43.2) | minimo in 10 mesi |
Germania | 43.0 (flash: 43.2) | valore invariato |
Commento
Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “I dati raccolti a novembre appaiono terribili. È come se la recessione del manifatturiero dell’eurozona non è destinata a diminuire e, con i nuovi ordini in calo veloce e accelerato, non ci sono segni di una imminente ripresa. Secondo le nostre previsioni a brevissimo termine, la produzione del settore manifatturiero del quarto trimestre calerà dello 0.7% rispetto a quello precedente, indicando un crollo che probabilmente si estenderà al nuovo anno. La contrazione è generale e ha colpito le tre maggiori economie dell’eurozona. La Germania e la Francia stanno avendo i risultatati peggiori, e l’Italia non sta decisamente meglio. Osservando i sottosettori, quello dei beni capitali è stato colpito più duramente e, con uno sviluppo interessante, le aziende spagnole di questo segmento hanno mostrato una crescita più rapida. Questo probabilmente è collegabile alle forti alluvioni che hanno colpito la Spagna, dove circa 100.000 macchine sono state distrutte e quindi dovranno essere sostituite. Detto questo, questo impennata non durerà. Le aziende continuano a ridurre il loro personale e, mentre il tasso di disoccupazione ufficiale tende a scendere da alcuni anni per stabilizzarsi al 6.3%, il PMI e le misure di riduzione dei costi di parecchie aziende suggeriscono che osserveremo tassi di disoccupazione maggiori. Il ciclo delle scorte non promette bene. Sia la giacenza di materie prime che quella dei semilavorati continua a calare estendendo l’attuale periodo di destoccaggio a quasi due anni. Quando finalmente osserveremo un cambio di tendenza nel ciclo delle giacenze, potremmo aspettarci un aumento della domanda, anche se ciò pare non avverrà a breve.”